Missione Konoha: Mercanti e Banditi

Davvo

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    KENZABURO SARUTOBI


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    Legenda
    Narrato
    Pensato Kenzaburo
    Parlato Kenzaburo
    Parlato Meji
    Parlato Eizan
    Parlato Benjiro
    Parlato Toru
    Parlato Ragazzino


    CITAZIONE
    Il gruppo, terminati i preparativi, iniziò a incamminarsi fuori dalla Foglia. Il giovane si voltò e pose il suo sguardo sui volti di pietra degli Hokage, irradiati dai raggi del sole.
    Nella radice... non esistono nomi, non esistono sentimenti...
    Non esiste il passato... e nemmeno il futuro. Esiste solamente la missione...
    Non scordarti mai dei nostri propositi, che sostengono il grande albero della Foglia, dalle profondità invisibili del terreno.

    Sussurrò Kenzaburo.

    Il gruppo si allontanò dalle possenti mura che delimitavano i confini della città.
    Kenzaburo si era posizionato al centro della colonna e ogni due minuti cambiava posizione.
    Lui dovrebbe essere Toriko, e l'atro Renji. Invece i primi della colonna sono Gaburu e... Turu? No, Toru. Si vede che sono fratelli: stesso naso a patata e mento sporgente, per non parlare poi delle mani... dita tozze e grosse, sembrano dei badili! I capelli sono simili, Turo...no, Toru ha i capelli tendenti verso il grigio cenere, mentre Gaburu è tendente verso il nero pece.
    Mentre il ragazzo cercava di imprimersi nella mente il nome di tutti quei mercanti cercando di sfruttare il loro aspetto bizzarro, una parte di lui stava meccanicamente analizzando i dati in suo possesso.
    Il percorso è semplice e in linea retta eccetto qualche curva, la strada è larga e secca quindi non ci dovrebbero essere problemi per i carri. Tuttavia la loro lentezza è un dato di cui tenere conto...
    Gli uomini infatti erano sprovvisti di animali da traino e dovevano trasportare i loro carri a mano, riducendo notevolmente la velocità del gruppo.
    Se questa è la loro velocità massima...considerando il peso che trasportano avranno bisogno di parechie pause...Dannazione!
    L'intuizione del giovane Sarutobi fu corretta: più volte Gaburu gli si avvicinò per supplicare una pausa. Al giovane Genin la cosa non piaceva per niente.
    La nostra velocità è insufficente...
    Il tempo passava e la colonna, fra una pausa e l'altra, avanzava. Il sole irradiava calore e le fronde degli aberi erano scosse lievemente da un leggero alito di vento. Il cielo era limpido e se Kenzaburo non avesse avuto altro a cui pensare si sarebbe perso in quel mare azzurro e sconfinato.
    A terra verdeggianti alberi offrivano un invitante giacilio con la loro ombra e scortavano ai lati la strada sterrata. Dopo un ora di viaggio un fiumiciattolo si accostava al viale calpestato dai callosi piedi dei mercanti e l'accompagnava per circa due ore per poi cedere il posto a una fitta vegetazione di sottobosco. Piccole piante di fragole e mirtilli crescevano lungo il percorso e offrivano dolci doni ai viaggiatori. Quest' ultimi parlottavano allegramente ad ogni sosta e ansimavano faticosamente tutto il resto del tempo.
    Sono cinque ore che viaggiamo e siamo solo a metà percorso! Ci muoviamo alla stessa velocità di una scampagnata di vecchi...
    La colonna si arrestò all'improvviso e più voci si accavallarono con forza l'una sull'altra.
    Kenzaburo si avvicinò con fare minaccioso al gruppetto e proferì parola con calma ghiaciale.
    Perchè vi siete fermati? Cosa sta succedendo?
    I suoi occhi lasciavano intendere che, nonostante la calma del tono esigeva una rispota e anche in fretta.
    Ragazzo meno male che ci sei tu! Eizan mi ha sottratto dei preziosi!
    Non è vero, infame! E' stato Benjiro!
    Come ti permetti calunniatore!
    Basta.
    Ordinò con decisione il giovane Genin e le voci smisero di incolparsi immediatamente.
    Avete delle prove per dimostrare le vostre accuse?
    Calò un silenzio improvviso, nessuno aveva prove concrete.
    Con la coda dell'occhio il giovane Sarutobi percepì un movimento fra dei cespugli, tese le orecchie e, aiutato dal silenzio, udì il calpestio di alcuni passi.
    ...
    Immediatamente il ragazzo si avvicinò con passo felpato e scostando i cespugli notò un sentiero quasi invisibile. Alzò lo sguardo e vide un ragazzino correre a rotta di collo con una sacca in mano.
    Non mi sfuggirai.
    Gente, si fa una pausa!
    Ordinò ad alta voce Kenzaburo ma non abbastanza perchè il fuggiasco potesse sentirlo. Subito dopo iniziò a inseguire la sua preda e in men che non si dica gli fu alle calcagna.
    E' il momento di provare quella tecnica...lo sapevo che mi sarebbe stata utile.
    Il giovane shinobi estrasse un kunai dall'apposita tasca e vi infuse parte del proprio chakra per poi scagliarlo verso il piede destro del suo oppositore.
    L'arma volò per qualche secondo e si conficcò nella carne del piede, strappando un urlo di dolore al ragazzino.
    Quest'ultimo inciampò e provò a rialzarsi, ma non ci riusì.
    Ascoltami bene, perchè non lo ripeterò una seconda volta. Sei paralizzato, dammi quella sacca o non vedrai altri giorni.
    Sussurrò il Genin nell'orecchio dello sventurato, estraendo il kunai dal piede e appoggiandoglielo su collo.
    Ti prego, ti prego! Non mi fare del male! Tieni, ecco il mio sacco!
    Supplicò il ladro in preda alle lacrime.
    Ora vediamo che c'è qui dentro. Se le mie supposizioni sono corrette troverò i gioielli.
    Kenzaburo tolse il kunai dalla gola della sua preda e afferrò la sacca dopo aver pulito l'arma dal sangue.
    Mentre il ninja apriva la borsa di tela notò con la coda dell'occhio e con sua grande sorpresa, seguito da una punta di rammarico, che il ragazzino si era alzato nonostante il dolore della ferita al piede e correva a perdifiato imboscandosi nella foresta.
    Appena spostò l'occhio sul contenuto della sacca capì tutto: non era la refurtiva ma sigilli esplosivi. Il suo corpo reagì prima che lui desse l'ordine: gettò il sacco più lontano possibile e si buttò a terra.
    L'esplosione scosse la terra e uno stormo di uccelli spaventati si involò.
    Il Genin rimase a terra, era ancora vivo ma stordito.
    Dannato moccioso! Se ti prendo... Ma come ha fatto ad alzarsi? Doveva essere paralizzato... forse non ho intriso il kunai di abbastanza chakra...devo ancora migliorare!
    Si disse alzandosi.
    Kenzaburo guardònella direzione dell'esplosione e vide un profondo cratere e un paio di alberi spezzati.
    Quell'albero potevo essere io... Devo stare più attento!
    Pensò tra se e se mentre correva verso la strada.
    Appena lo videro i mercanti gli si avvicinarono.
    Allora, hai i preziosi?
    Chiese Moji, con i lunghi baffi che gli fremevano. Incredibilmente nessun'altra voce sovrastò la domanda.
    No.
    ECCO LO SAPEVO IO CHE ERA UN INCAPACE! TROPPO GIOVANE! TROPPO INESPERTO!
    Urlò Toru, ricevendo parecchi consensi.
    ...
    E' TUTTA COLPA SUA SE HANNO DERUBATO MOJI, NON CI HA FORNITO ABBASTANZA PROTEZIONE! NON E' STATO NEANCHE IN GRADO DI RIPRENDERE I PREZIOSI!
    Conitnuò il mercante, ricevendo altri consensi dai suoi colleghi.
    ...
    Anzichè urlare torna al tuo carro, siamo in ritardo.
    Cosa?
    Bisogna levarsi da qui, siamo già stati fermi troppo a lungo. In oltre questo imprevisto ci è costato tempo prezioso.
    Il Mercante, preso in contropiede dalla reazione del ragazzo e dal tono indecifrabile di quelle parole ubbidì borbottando accuse. Due minuti dopo la carovana aveva ripreso a muoversi ad un passo più celere. Il paesaggio monotono faceva da contorno al ripetitivo passo di marcia.
    Una cosa così non deve più capitare, devo raddoppiare gli sforzi!
    I pensieri di Kenzaburo si rifletterono sulle sue azioni: raddoppiò i cambi di posizione nella colonna e ogni volta controllava che non ci fosse nulla di strano. Nelle soste faceva perquisire a tutti i venditori i propri mezzi di trasporto per vedere se mancava qualcosa.
    A questo punto la colonna aumentò anche il passo, percependo finalmente il pericolo di quelle zone.
    Finalmente si sono accorti che non sono in gita di piacere!

    Ore dopo il giovane Sarutobi controllò il percorso: erano a circa tre quarti e stavano per affrontare una curva del percorso e lo shinobi balzò in testa al gruppo, come già precedentemente aveva fatto, per verificare la presenza di eventuali banditi.
    La colonna avanzava lentamente con Kenzaburo in testa quando, appena svoltata la curva, si trovarono di fronte a una marea di makibishi che bloccavano interamente la strada.
    Finalmente...iniziavo a pensare che non si sarebbero fatti vedere...
    Pensò lo shinobi mentre estraeva un kunai e si metteva in posizione di guardia, pronto a scattare. La sua bocca si contrasse, formando un sorriso.



    Considerazioni
    Grazie! Si il mio pg non parla molto :D Ho cercato di compensare con il pensato ed il narrato.
    Ho anche descritto i due mercanti più importanti: il tizio rompi cetrioli e il fratello capo della carovana.
    Penso di aver messo tutto.


    Edited by Davvo - 7/11/2014, 18:36
     
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17 replies since 5/11/2014, 15:06   336 views
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